Il lavoro di Zabratta accompagna la storia del Festival di Crack!, la kermesse internazionale di arte indipendente e underground connessa con il mondo del fumetto, della grafica, della street art e, ovviamente, dei pupazzi. Se resti per quattro giorni, o meglio quattro notti, nei sotterranei dell'antica fortezza occupata del Forteprenestino di Roma, le percezioni che hai del presente e le proiezioni del futuro anteriore, quello che si apre poco più avanti, sono molto intense e vitali. È possibile a Crack! che ti innamori di un mondo di disegni storti irriducibili e clandestini che gli artisti lasciano liberi sulle pareti in mezzo ad una folla di visitatori desideranti e partecipi.
Ecco, in mezzo a questa folla, Zabratta libera i suoi pupazzi: sono dei Plush, dei morbidi mutanti. La cosa che impari da subito è che non sono oggetti ma persone proprio, Zabratta ci soffia dentro uno spirito vitale e quando ne riesci a portare uno a casa ti senti responsabile di una vera e propria adozione. Tutti registrati all'anagrafe zabrattiana, tutti dotati di un cuore di panno lenci e fibra di cotone per carne. Quando nel 2010 ha preso il via il suo progetto Custom Plush, il suo mondo di puppet è diventato una specie di registro degli ospiti di Crack!. Tutti gli artisti che sono passati per le celle sotterranee hanno lavorato su un pupazzo fatto apposta, completamente bianco e preparato come una tela.
L'idea in definitiva è l'opposto della customizzazione maniacale dei toyz vinilici che sono in giro nel circuito commerciale: qui la richiesta è di una cartolina rough, veloce e cruda, un instant puppet che racconti il clima del festival in diretta. Come tutto lo spirito di Crack!: un po' raffinato un po' punk e art brut. Pupazzi al Popolo. Di edizione in edizione i mutanti custom sono andati aumentando e ora fanno una collezione a sé, un patrimonio collettivo dei segni più estremi, una comunità di alter ego e bambolotti voodoo buoni, ora affidati alle cure di Zab.stu ma che potrebbero girare ancora il pianeta, alieni innocui e poetici, accompagnando altre opere o portando fortuna a nuove imprese della comunità che si ritrova a Crack!. Intanto viaggiano per Parigi e trovano un nuovo spazio dove ricomporre lo strano vitale e accogliente mondo che li ha orgogliosamente formati, con soffice sapienza.
Valerio Bindi / CRACK staff
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